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Smaltimento moduli fotovoltaici, cosa succede dopo il “fine vita”?

Un tema caldo, su cui ACEPER, l’Associazione Consumatori e Produttori di Energia Rinnovabile, ha puntato i riflettori e che diventerà sempre più cruciale per il mercato, è il fine vita dei moduli fotovoltaici. Normative e scelte giocano un ruolo chiave.

ACEPER, l’Associazione Consumatori e Produttori di Energia Rinnovabile, attualmente riunisce 10.000 impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, conta 6.000 associati e gestisce mensilmente 1.500 richieste di assistenza, monitorando oltre 5.000 impianti con una potenza installata totale che supera i 2 GW. Fondata nel dicembre 2014, è la prima associazione in Italia a tutela dei produttori di energia verde. Capace di aggregare le competenze più avanzate in questo settore, grazie alla sua rete di professionisti, fornisce supporto a 360 gradi, aiutando le imprese a valutare se i loro investimenti possano essere inclusi nel PNRR e definendo le strategie per una loro rapida crescita. Rappresenta le realtà imprenditoriali del territorio, difendendone le esigenze in ambito istituzionale e vincendo numerose battaglie legali.

La corretta gestione dello smaltimento dei pannelli fotovoltaici costituisce un elemento cruciale all’interno del ciclo di vita di un impianto. I pannelli solari destinati allo smaltimento rientrano nella categoria dei Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE), assimilabili ad altri dispositivi elettrici. A seconda della potenza dell’impianto, esistono due distinte categorie di RAEE: quelli professionali, installati in impianti con una potenza di almeno 10 kW, e i RAEE dome- stici, installati in impianti con una potenza inferiore a 10 kW.

Sotto chi ricade la responsabilità dello smaltimento?

Per gli impianti domestici, la responsabilità ricade sul proprietario, che dovrà procedere allo smaltimento presso un Centro di Raccolta RAEE. Per gli impianti professionali, con potenza di almeno 10 kW, le disposizioni sulla gestione dei RAEE dipendono dalla data di introduzione sul mercato. Se installati dopo il 12 aprile 2014, la responsabilità è del produttore, per quelli precedenti, invece, la responsabilità è del proprietario, che può optare per l’opzione Uno Contro Uno. Se invece il proprietario decide di acquistare un nuovo impianto, sarà il produttore del nuovo a doversi occupare dello smaltimento di quello vecchio.

Trattenuta RAEE

La normativa prevede che a partire dall’undicesimo anno di vita, il GSE inizi a trattenere la prima quota a garanzia delle operazioni di gestione e smaltimento dei pannelli fotovoltaici. Le prime trattenute sono state applicate a partire dal pagamento del 2 gennaio 2024. Se il produttore sceglie di esercitare l’opzione contemplata dal Decreto Legislativo 118/2020 e di garantire i moduli fotovoltaici tramite uno dei Sistemi Collettivi qualificati, il GSE restituirà le quote precedentemente trattenute interrompendo il processo di trattenimento.

Dunque, entro il 30 giugno 2024, il produttore dovrà effettuare una scelta tra le seguenti opzioni:

  • Versare le quote a un Consorzio da lui scelto, con possibilità di rimborso diretto al produttore o di versamento diretto del GSE al Consorzio indicato dal produttore. In questo caso il produttore è libero di scegliere a quale Consorzio affidarsi.
  • Lasciare le trattenute al GSE, con il totale che verrà restituito successivamente allo smaltimento.

È stato recentemente approvato un emendamento secondo cui i Soggetti Responsabili che non aderiranno all’opzione dell’art. 24-bis del d.lgs 49/2014 per registrare i loro pannelli in campi incentivati presso i Consorzi di filiera riconosciuti subiranno una trattenuta da parte del GSE di 20 euro/pannello rispetto a quella prevista per la registrazione ai Sistemi Collettivi (attualmente 10 euro/pannello). La misura si applica per gli ultimi 10 anni di incentivazione.


Vedi qui l’articolo completo di PV Magazine del 15/03/2024

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