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Cambiamenti climatici: cosa potrebbe succedere in Italia nel 2050?

Il clima sulla Terra è sempre stato soggetto a mutamenti ma oggi, per la prima volta nella storia del Pianeta, i cambiamenti climatici stanno aumentando a velocità senza precedenti. Il surriscaldamento globale a cui stiamo assistendo è atipico e pericoloso poiché causato dalle emissioni nocive prodotte dalle attività umane. A seguito della rivoluzione industriale l’uomo ha cominciato a introdurre in atmosfera quantità esorbitanti di CO2 ed altri gas effetto serra senza tenere in considerazione l’inquinamento ambientale. Se non si prendono provvedimenti immediati le conseguenze potrebbero essere fatali: cosa potrebbe succedere in Italia nel 2050?

Secondo i dati forniti da Fondazione per lo sviluppo sostenibile e dal Centro euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, la temperatura media in Italia potrebbe aumentare di 2 gradi entro il 2050 causando gravi conseguenze per la popolazione, le regioni più penalizzate sotto questo punto di vista saranno quelle del sud che coincidono anche con le zone più povere del Paese. A livello europeo, si prevedono danni decisamente più seri nell’area dell’Europa meridionale rispetto al nord che comprende anche l’Italia, ma in generale, il fenomeno avrà carattere globale.

Un aumento così rapido della temperatura media sulla Terra provocherebbe l’aumento di eventi atmosferici estremi, come alluvioni e uragani con tutte le relative conseguenze: carestie, siccità, migrazioni, aumento delle disuguaglianze sociali ed economiche.

Le stime parlano chiaro: se le previsioni diventassero realtà lo scenario italiano al 2050 potrebbe non essere dei migliori.

Il livello dei mari crescerà di 7 cm per quanto riguarda Adriatico e Ionio e almeno di 9 cm per il Mediterraneo occidentale. Se così fosse, eventuali precipitazioni violente e improvvise potrebbero sommergere il delta del Po, alcune zone di Venezia e accerchiare Ravenna. Dalla parte del Tirreno, invece, si prevede il rischio di inondazioni frequenti.

Nelle aree d’alta montagna si potrebbero oltrepassare i 5°mentre al sud, ad esempio in Sicilia, raggiungere in certi periodi dell’anno punte di 50° significherebbe avere periodi di seria siccità.

Durante tutte le stagioni, le precipitazioni saranno meno frequenti ma aumenteranno gli eventi atmosferici estremi e imprevedibili. Numerose attività agricole saranno costrette a trasferirsi al nord, lasciando le zone centrali e meridionali alla ricerca di condizioni climatiche più favorevoli.

Il PIL nazionale potrebbe crollare di quasi il 4% entro i prossimi trent’anni e le disuguaglianze sociali ed economiche diventare sempre più nette, allargando il divario tra ricchi e poveri.

Se le stime dovessero avverarsi, si calcola un calo del 15% del turismo nazionale. In particolar modo nelle zone più colpite dalla crisi climatica, i prezzi dell’elettricità saranno più alti a causa della necessità di climatizzazione e aumenterà il rischio di malattie causate dall’aumento della temperatura globale.

L’unica soluzione è aderire alla Green Economy, un modello economico che considera l’impatto ambientale di ogni attività produttiva e si basa sulla promozione di fonti energetiche rinnovabili, sullo sviluppo di strategie per l’innovazione tecnologica e la riduzione degli sprechi. Questo modello nasce dalla necessità di creare un’economia e una società capace di preservare l’ambiente e i suoi ecosistemi.

I piani per mitigare gli effetti del climate change e i fondi per sostenere progetti e investimenti sostenibili ci sono, è necessario che vengano sfruttati al meglio:

  • Green Deal europeo: obiettivo neutralità climatica al 2050 attraverso uno sviluppo economico sostenibile e la riduzione delle disuguaglianze economiche e sociali.
  • Accordo di Parigi: obiettivo contenere l’aumento della temperatura sotto i 2° rispetto ai livelli preindustriali entro il 2050, aumentare la resilienza al cambio del clima e promuovere uno sviluppo socio economico fondato sulla sostenibilità.
  • Recovery Fund: risorse economiche per rilanciare l’economia dei paesi UE utilizzabili per interventi, riforme, investimenti relativi a progetti sostenibili.

Ridurre il problema dell’inquinamento significa limitare il surriscaldamento del Pianeta consentendo la creazione di nuovi posti di lavoro “green jobs” e nuove opportunità di crescita. Molte imprese hanno deciso di puntare sempre di più sulla sostenibilità, integrando nel modo di fare impresa principi sostenibili, per la creazione di un modello di business che tenga conto del proprio impatto ambientale e sociale.

Rispetto per l’ambiente, tecnologia, innovazione, utilizzo corretto delle risorse stanziate dal governo. Aceper è in prima linea nella lotta contro i cambiamenti climatici. L’obiettivo è fornire il miglior contributo possibile allo sviluppo positivo delle fonti pulite.