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La possibilità di raffreddare la Terra schermando i raggi solari

Negli ultimi tempi, è stata al centro delle discussioni dell’Onu e dei governi. La proposta di esaminare la possibilità di raffreddare la terra schermando i raggi solari che coinvolge la creazione di nuvole artificiali di zolfo nell’alta atmosfera, è stata scrutata dalla Casa Bianca, dall’Unep e dalla Commissione europea come un’opzione da considerare e da integrare gli sforzi per la neutralità climatica.

Solar radiation modification

Quali sono esattamente le ipotesi di sostegno per ridurre le radiazioni solari che raggiungono la Terra, influenzando così il suo raffreddamento? Una sfida riguarda l’intervento sulla consistenza degli strati atmosferici superiori, come i cirri, che condizionano l’effetto serra e il riscaldamento globale ma questo approccio è ancora poco approfondito e difficile da realizzare.

Si è considerato altresì, lo sbiancamento delle nuvole marine a bassa quota, poiché l’aumento della loro riflettività nasce dall’osservazione delle immagini satellitari che hanno evidenziato come le rotte di navigazione siano caratterizzate da strisce luminose di nuvole bianche dovute alle particelle prodotte dalle navi a seguito dell’uso di carburanti contenenti un’elevata percentuale di ossido di zolfo nelle navi. Queste nuvole infatti riflettono più luce solare nello spazio rispetto al colore scuro delle acque dell’oceano o rispetto alle comuni nuvole.

Un’altra soluzione sarebbe creare nuvole artificiali che riflettano la luce solare, imitando i processi naturali. Ed è qui che si fa riferimento alle eruzioni vulcaniche come quelle del Tambora nel 1815 e del Pinatubo nel 1991 e che hanno rilasciato grandi quantità di zolfo nell’atmosfera superiore. In entrambi i casi, si è osservata una rapida diminuzione della temperatura globale dopo le eruzioni. Un’ipotesi per realizzare questa pratica, sarebbe l’iniezione di aerosol di zolfo nella stratosfera.

Infine, un’altra idea, sarebbe quella di posizionare specchi riflettenti nello spazio per impedire alla radiazione solare di entrare in atmosfera ma è un’ipotesi al di là delle attuali capacità tecnologiche.

Gli effetti

Anche la Overshoot Commission del Paris Peace Forum, ha affrontato il tema della riduzione dei rischi legati al riscaldamento globale, includendo l’opzione di raffreddare la Terra schermando il sole ma non escludendo la diffidenza.

Esistono diverse sfide legate a queste proposte di ingegneria climatica. Esperti selezionati dall’Onu, hanno sottolineato due punti fondamentali nel loro studio. Prima di tutto, i metodi di geoingegneria solare in riferimento alle iniezioni di aerosol di zolfo e allo sbiancamento delle nuvole marine potrebbero effettivamente ridurre la temperatura.

Gli studi condotti indicano che l’iniezione continua di grandi quantità di anidride solforosa nell’atmosfera, potrebbe portare a una riduzione di 1°C nella temperatura media globale ma che questa riduzione della temperatura non risolverebbe i problemi derivanti dall’aumento di anidride carbonica.

Inoltre, vi è il rischio che la geoingegneria solare possa ostacolare e rallentare le azioni in atto per ridurre le emissioni di gas serra, quando invece dovrebbe essere considerata solo come una possibile integrazione.

Pertanto è cruciale gestire lo studio, l’applicazione e la governance di queste soluzioni di geoingegneria solare a livello internazionale calcolando le conseguenze a lungo termine di tali interventi su scala globale, dato che il sistema terrestre è complesso e non è possibile prevedere con certezza gli effetti riguardo a un rapido raffreddamento. Potrebbero verificarsi infatti cambiamenti imprevisti e disastrosi nell’ambito climatico in generale.

Conclusioni

La sfida maggiore è l’imprevedibilità degli effetti che potrebbero derivarne e che potrebbero manifestarsi in qualsiasi parte del mondo a similitudine del riscaldamento globale con l’aggravante che i paesi meno sviluppati, potrebbero essere i più colpiti da tali effetti collaterali.

Il rapporto stesso della Casa Bianca, specifica che la sua stesura è stata richiesta dal Congresso ai fini di prendere in considerazione una possibilità in più e non implica una decisione sull’attuazione della geoingegneria solare. Il dibattito su questa proposta rimane aperto ma con un livello significativo di scetticismo.