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Sviluppo sostenibile e paesaggi rinnovabili: il must dell’evoluzione

Il paesaggio italiano sta cambiando e cambierà. È indiscutibile che i fattori climatici condizionino lo scenario di trasformazione ambientale dovuto alle temperature in aumento, alle scarse precipitazioni ma più intense quando si verificano, all’aumento del rischio geo-idrologico, all’innalzamento del livello e delle temperature del mare. Ma un altro scenario che contribuirà alla trasformazione del paesaggio italiano è l’intervento per rendere possibile la transizione energetica secondo gli obiettivi del 2030 (85 GW di potenza installata). Su questo tema si concentra tutta l’attenzione da parte delle associazioni ambientaliste affinché si possa dar vita a una strategia progettuale tutelante e al contempo soddisfacente e appagante dal punto di vista dell’efficientamento energetico. Sviluppo sostenibile e paesaggi rinnovabili: il must dell’evoluzione.

Di recente Legambiente, WWF Italia e Fai, hanno redatto un documento con riepilogati 12 punti per affrontare la trasformazione e collocare nel paesaggio tutta la strumentazione necessaria alle rinnovabili per intervenire nel processo di decarbonizzazione secondo i termini europei previsti. La finalità è far sì che si tratti l’argomento dal punto di vista ambientale, sociale, etico, tutelando il territorio.

Paesaggi Rinnovabili. I 12 punti

Paesaggi rinnovabili, così si chiama il documento che ha come obiettivo quello di promuovere un corretto collegamento tra sviluppo delle energie rinnovabili e paesaggio ritenuto patrimonio collettivo che, come tale, deve essere preservato.

Pertanto si richiede di: promuovere le comunità energetiche, espandere l’Agrivoltaico nelle aree a bassa densità di popolazione, efficientare gli impianti eolici già attivi, inserire un programma straordinario per la dislocazione permanente degli impianti, intercettare le aree più consone per l’introduzione degli impianti, creare progetti innovativi in associazione a qualificate formazioni professionali.

Inoltre, si richiede di favorire la compartecipazione dei cittadini nel salvaguardare il territorio, aumentare le operazioni di  contenimento sulle emissioni di CO2 del settore agricolo, attuare operazioni di repowering su impianti già installati e ricodificare la messa in opera del Fotovoltaico nei centri storici, nelle aree industriali e abbandonate, promuovere la formazione costante di figure professionali della pubblica amministrazione specializzate in materia, rendere i cittadini parte attiva nei progetti, uniformare la collaborazione tra ministeri, enti nazionali e infrastrutture.

Gli obiettivi entro il 2030 prevedono di passare dagli attuali 22 GW del Fotovoltaico a 60 GW e dagli attuali 11,2 GW per l’Eolico a 25 GW. Questi dati ci fanno comprendere quanto importante sia avere una regolamentazione disciplinante per i futuri interventi sul territorio. Riuscire ad attuare una corretta transizione energetica che non sia a discapito della territorialità e del paesaggio italiano, significa appellarsi a un nuovo modello di sviluppo per tutelare tutti i meccanismi ambientali allo scopo di preservare l’intero ecosistema e tutti coloro che ne fanno parte.