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25 anni di attività nella gestione del flusso di recupero degli imballaggi

La chiave del successo di CONAI? Il presidente Luca Ruini non ha dubbi: “La responsabilità condivisa”

Nato con il Decreto Ronchi del 1997, il CONAI (Consorzio Nazionale Imballaggi), consorzio privato che opera senza fini di lucro, festeggia quest’anno i venticinque anni di attività. Anni dedicati alla gestione e organizzazione del flusso di recupero di sette materiali da imballaggio, ciascuno gestito da un proprio consorzio di filiera: acciaio (Ricrea), alluminio (Cial), carta/cartone (Comieco), legno (Rilegno), plastica (Corepla), bioplastica (Biorepack), vetro (Coreve), garantendo la raccolta, il riciclo, i risultati di recupero, i flussi economici e gli obblighi che la legge pone alle imprese che vi aderiscono. Le imprese che aderiscono al Consorzio, circa 760.000 tra produttrici e utilizzatrici di imballaggi, versano un contributo obbligatorio che rappresenta la forma di finanziamento che permette a CONAI di intervenire a sostegno delle attività di raccolta differenziata e di riciclo dei rifiuti di imballaggi. Il Consorzio però collabora anche con i Comuni, in base a convenzioni regolate dall’Accordo quadro nazionale ANCI-CONAI, rappresentando per i cittadini la garanzia che i materiali provenienti dalla raccolta differenziata trovino pieno utilizzo attraverso corretti processi di recupero e riciclo.
Proprio in occasione dell’anniversario abbiamo intervistato il presidente, Luca Ruini.

Che cosa è cambiato nel mondo degli imballaggi dalla nascita di CONAI ad oggi?
Venticinque anni fa CONAI ha segnato una svolta: il passaggio da un sistema di gestione basato sulla discarica a un sistema integrato, fatto di prevenzione, recupero e riciclo.
In Italia il Consorzio è un modello di gestione da parte del privato di un interesse di natura pubblica: la tutela ambientale. Alla fine degli anni Novanta termini come “economia circolare” e “sostenibilità ambientale” erano estranei alla nostra quotidianità. Oggi il cambiamento è evidente: la tutela del Pianeta è diventato un tema sempre più discusso. Tramite il sistema CONAI il Paese può assicurare il raggiungimento degli obiettivi di recupero e riciclo degli imballaggi previsti dalla legge, a qualunque condizione di mercato. E oggi l’Italia, secondo gli ultimi dati Eurostat, è seconda solo al Lussemburgo per riciclo pro-capite dei rifiuti di imballaggio: il che significa che, fra i Paesi con il maggior numero di abitanti, siamo primi, davanti alla Germania.

Cosa ci rende così efficaci?
Alla base di un successo come questo c’è un mix di fattori e di attori. Il sistema CONAI tutela l’ambiente in un’ottica di responsabilità condivisa tra imprese, cittadini e pubblica amministrazione. Operiamo con i Comuni in base a specifiche convenzioni e allo strumento dell’accordo con ANCI, supportando le realtà locali anche quando ci chiedono di intervenire nella realizzazione di nuovi piani per la raccolta differenziata. Il modello Italia oggi fa scuola in Europa: come rileva un nostro recentissimo studio, CONAI rappresenta uno dei sistemi di responsabilità estesa del produttore fra i più efficienti e fra i meno costosi a livello europeo. Ma per mantenere questa posizione di leadership dobbiamo continuare a sensibilizzare i cittadini, che facendo correttamente la differenziata sono il primo anello della catena del riciclo, e impegnarci nello sviluppo delle competenze: formare i professionisti di domani con conoscenze ampie e trasversali è essenziale perché la nostra economia sia sempre più circolare.

Quali sono invece le difficoltà principali che si incontrano?
Penso soprattutto ad alcune aree del Paese, prevalentemente nel Mezzogiorno, che soffrono di una preoccupante carenza di impianti per i rifiuti. Secondo i nostri calcoli, alle Regioni del Centro-Sud ne mancano 165. È un nervo scoperto della gestione nazionale dei rifiuti e del riciclo, non possiamo ignorarlo: i camion che trasportano i rifiuti verso il Nord hanno costi sia ambientali sia economici. Proprio nei mesi scorsi, grazie a un’efficace collaborazione con ANCI, abbiamo lavorato per aiutare 189 Comuni del Sud a presentare progetti per migliorare la raccolta dei rifiuti urbani finanziabili con le risorse del PNRR: le soluzioni progettuali presentate sono state 1.775, per un valore di 115 milioni di euro. Un grande esempio dei risultati cui può portare la collaborazione fra settore pubblico e settore privato.

Quali cambiamenti si possono ipotizzare nel futuro dell’imballaggio e del suo riutilizzo?
Una nostra ricerca ha svelato che, per ben tre italiani su quattro, oggi un’etichetta ambientale chiara ha un effetto positivo sulla percezione del prodotto, e può addirittura influire sulla decisione di acquisto. È evidente come l’attenzione dei consumatori nei confronti della sostenibilità continui a crescere: le imprese italiane devono impegnarsi in questo percorso. Il nostro Bando per l’ecodesign, che ogni anno premia i migliori casi di imballaggi rivisti in chiave sostenibile, è ormai cartina tornasole di questo fenomeno. Ogni anno le candidature sono aumentate, persino nel 2020, nonostante l’esplosione della pandemia. Una crescita che abbiamo appena registrato anche per l’edizione 2022, con un 14% di casi in più rispetto all’edizione 2021. Osserviamo tendenze sempre nuove: le imprese non si concentrano più solo sulla sgrammatura e sull’uso di meno materiale, ma anche sull’uso di materia riciclata nella progettazione del pack, o sul creare imballaggi più facilmente riutilizzabili e riciclabili.

Quali iniziative ha lanciato e sta lanciando il CONAI per i suoi 25 anni?
 Parecchie, direi. Questo anniversario sarà oggetto di un documentario e di un libro. Il documentario sarà un mediometraggio che darà voce ad alcuni protagonisti della storia del sistema consortile. Il libro, invece, ripercorrerà questi anni di lavoro attraverso le principali campagne di comunicazione del Consorzio, con venticinque interviste a personalità del mondo dell’imprenditoria, del giornalismo, delle istituzioni e delle realtà associative. Sono in arrivo diverse ricerche sulla sostenibilità in chiave nuova, a volte pop: niente di noioso, insomma. Ma anche una nuova mostra d’arte, “Rinascimento per l’ambiente”: giocherà sul contrasto fra l’ambientazione cinquecentesca di quattordici ritratti e la modernità degli imballaggi che vi si inseriscono. La prossima estate torneremo anche al Giffoni Film Festival con i risultati di un percorso formativo portato avanti con un gruppo di ragazzi, per farli parlare dei nostri temi attraverso il loro linguaggio. Sempre parlando di giovani, ma nel mondo dell’arte, abbiamo appena assegnato il primo Premio CONAI: dieci giovani artisti sono stati chiamati a reinterpretare la sostenibilità attraverso il linguaggio dell’arte moderna. L’opera che ha vinto, creata da Giulio Bensasson, è sorprendente: una diapositiva aggredita da muffe e batteri, deteriorata dal tempo, è rinata trasformandosi in uno scatto artistico, simbolo di come il tempo trasforma le cose ma allo stesso tempo permette loro di trovare nuova vita e nuovi utilizzi.


Il sistema CONAI è composto da sette consorzi di filiera. Ognuno specifico per la propria area di competenza


RICREA, Consorzio Nazionale per il Riciclo e il Recupero degli Imballaggi in Acciaio (Dati 2020)
Al Consorzio aderiscono i produttori della materia prima e dei contenitori d’acciaio ed anche i riciclatori. Svolge la propria funzione istituzionale favorendo, promuovendo e agevolando la raccolta e il riciclo degli imballaggi usati di acciaio. Gli imballaggi usati provengono sia dalla raccolta differenziata fatta dai cittadini (superficie pubblica) sia dalla raccolta ad hoc fatta su aziende, negozi e attività produttive (superficie privata). 317 aziende consorziate – 542.263 totale imballaggi in acciaio immessi al consumo (463.865 totale imballaggi usati raccolti e 389.928 totale imballaggi usati avviati a riciclo) – 72% percentuale avviata a riciclo sul totale immesso al consumo (+2% rispetto agli obiettivi di legge al 2025) 85% di cittadini coinvolti


CIAL, Consorzio Imballaggi Alluminio (Dati 2021)
È costituito dai produttori di alluminio, dai produttori e utilizzatori di imballaggi in alluminio, dai recuperatori e riciclatori di imballaggi in alluminio post-consumo, ed ha lo scopo di ottimizzare, raccogliere, recuperare e riciclare, gli imballaggi in alluminio post-consumo, conciliando le esigenze di mercato con quelle di tutela dell’ambiente.
250 imprese consorziate – 441 operatori convenzionati – 270 piattaforme e 12 fonderie – 5.638 Comuni (il 71% dei Comuni italiani attivi) che collaborano alla raccolta differenziata – 78.400 tonnellate il totale imballaggi in alluminio immessi al consumo (56.600 tonnellate recupero totale degli imballaggi di cui 52.900 riciclate e 3.700 avviate a recupero energetico) – 9% l’incremento medio della raccolta differenziata nell’ultimo triennio – 79% degli abitanti italiani serviti


Comieco, Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica (Dati 2020) Raggruppa cartiere, produttori, trasformatori e importatori di carta e cartone per imballaggio ma possono aderire anche i recuperatori. Il Consorzio stipula infatti con le Amministrazioni locali convenzioni per la raccolta differenziata, e tramite questi soggetti gestisce il sistema della raccolta e dell’avvio a riciclo dei rifiuti di carta e cartone provenienti dalla raccolta comunale.
3.400 imprese consorziate – 4,6 milioni di tonnellate di imballaggi cellulosici immessi al consumo (3,5 milioni di tonnellate di carta e cartone raccolte) – 94,8% tasso di recupero degli imballaggi cellulosici (87,3% tasso di riciclo degli imballaggi cellulosici) – 93,6% abitanti coperti da convenzione (84,8% Comuni coperti da convenzione)


Rilegno, Consorzio Nazionale per la raccolta, il recupero e il riciclaggio degli imballaggi di legno (Dati 2021)
Si occupa della raccolta, del recupero e del riciclo degli imballaggi di legno con il compito di garantire il raggiungimento degli obiettivi fissati per legge per il recupero complessivo degli imballaggi legnosi post consumo quali pallet, cassette, casse, gabbie e bobine per cavi provenienti sia dalla raccolta differenziata messa in atto dalle Amministrazioni Comunali, sia dalla raccolta effettuata da operatori privati presso le industrie e la grande distribuzione.
394 piattaforme convenzionate – 3.394.066 tonnellate di imballaggi utilizzati nel territorio nazionale – 1.985.251 tonnellate di legno raccolte e riciclate – 908.066 tonnellate di imballaggi rigenerati e reimmessi al consumo – 64,75% la quota di imballaggi di legno recuperati sull’immesso al consumo


CoReVe, Consorzio Recupero Vetro (Dati 2020)
Hanno l’obbligo di aderirvi i produttori e gli importatori, sia industriali che commerciali, di imballaggi in vetro e, dal 2020, possono aderire su base volontaria e previo accordo con gli altri consorziati anche i recuperatori ed i riciclatori. Il Consorzio persegue la sua missione attraverso un sistema di convenzioni con i Comuni e opera in via sussidiaria all’attività di altri operatori del settore per incentivare e supportare la raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio in vetro e garantire l’avvio al riciclo del materiale conferito. 2.725.268 tonnellate di vetro immesso al consumo – 2.396.000 tonnellate raccolte – 2.143.221 tonnellate inviate al riciclo 78,6% tasso di riciclo – 7.414 Comuni convenzionati – 97% della popolazione coperta


Corepla, Consorzio Nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica (Dati 2020) Raggruppa le imprese della filiera del packaging assicurando il ritiro degli imballaggi in plastica raccolti sul territorio italiano, il loro riciclo e recupero e la piena compatibilità ambientale della gestione degli imballaggi in plastica per raggiungere gli obiettivi di riciclo e recupero previsti dalle Direttive comunitarie secondo criteri di efficienza, efficacia, economicità e trasparenza.
1.913.914 imballaggi immessi al consumo di competenza del Consorzio – 1.433.203 tonnellate di raccolta differenziata urbana (23,7 kg per abitante) – 1.820.270 tonnellate di recupero complessivo (915.377 recupero energetico e 904.893 riciclo) – 48% recupero energetico e 47% riciclo


Biorepack, Consorzio Nazionale per il riciclo organico degli imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile
Di recentissima costituzione si occupa dello sviluppo della raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio in plastica biodegradabile e compostabile nell’ambito del circuito della frazione organica dei rifiuti urbani; l’avvio a riciclo organico dei rifiuti di imballaggio in plastica biodegradabile e compostabile, negli impianti di compostaggio, anche integrati con impianti anaerobici; l’etichettatura degli imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile e delle frazioni similari, nonché la loro riconoscibilità in particolare da parte dei cittadini/consumatori, ai fini della corretta gestione di tali materiali nell’ambito della raccolta differenziata della frazione organica umida dei rifiuti urbani. L’obiettivo di riciclo minimo, da raggiungere rispetto all’immesso sul mercato di imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile, è:
• 50% entro il 31 dicembre 2025 • 55% entro il 31 dicembre 2030


Classe 1964, con una laurea in ingegneria, è stato eletto presidente CONAI nel luglio 2020 per il triennio 2020/2022. Ha seguito fin dalla sua nascita il Consorzio Nazionale Imballaggi, del cui Consiglio di Amministrazione è stato membro dal 2002 al 2008 e dal 2011 al 2017, operando su tutti i tavoli coinvolti nella definizione del sistema italiano di gestione del Packaging Waste e guidando il Gruppo di Lavoro Prevenzione. Ricopre il ruolo di vice presidente Sicurezza, Ambiente & Energia del Gruppo Barilla, dopo essersi occupato anche dei temi di Qualità di prodotto e materie prime. Ha sviluppato sistemi per l’Analisi di Ciclo di Vita Ambientale (LCA) dei prodotti e del packaging, così come ha portato alla “Carbon Neutrality” diversi prodotti e marchi. Ha promosso progetti di agricoltura sostenibile sulle principali coltivazioni cerealicole. Ha preso parte in qualità di esperto al Technical Working Group (TWG) che a Siviglia, presso il JRC (Joint Research Center), si è occupato della stesura del “BAT Document” (Best Available Tecniques Doc) per l’industria alimentare europea. Ha seguito la nascita del progetto Food Farm S.c.p.a. sul territorio parmense.


Tratto dalla rivista Green Company Magazine (volume 7) – vedi anche tutti i numeri della rivista.