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Centrale spaziale solare? È il turno della Cina che notifica il compimento del progetto per il 2028

A differenza degli impianti fotovoltaici tradizionali, i vantaggi delle strutture solari spaziali, sarebbero riconducibili non solo alla capacità di generare elettricità in modo continuativo, poiché possono ricevere luce solare 24 ore su 24, ma consentirebbero anche il contenimento del numero di pannelli posizionati sul Pianeta sulle aree normalmente destinate al collocamento degli impianti. Essendo stato preventivato un aumento del fabbisogno energetico del 50% entro il 2050, l’energia solare spaziale, potrebbe essere lo strumento risolutivo per affrontare definitivamente l’impennata della domanda energetica. Centrale spaziale solare? È il turno della Cina che notifica il compimento del progetto per il 2028.

La centrale spaziale solare non è argomento nuovo. Circa 20 anni fa la Nasa si era già adoperata in un progetto simile ma poi abbandonato per le troppe complicanze. Di fatto, negli ultimi anni, ha deciso di rivalutare i vecchi progetti per rielaborarli. Anche la Gran Bretagna ha deciso di investire in 16 miliardi di sterline per mettere in orbita entro il 2035 una propria centrale solare spaziale.

Grazie all’introduzione di numerose tecnologie rivoluzionarie, le iniziative sono vive anche in altri paesi, ma di fatto, ad oggi, quello della Cina sembrerebbe a tutti gli effetti, il più completo tra i progetti in corso d’opera.

Gli elementi fondamentali per realizzare una centrale spaziale sono:

  • Tecnologie wireless indispensabili per trasmettere energia dallo spazio alla Terra
  • Moduli solari ultraleggeri e ultraresistenti
  • Sistemi di robotica spaziale indispensabili per provvedere all’assemblamento in orbita

Tra le sfide più importanti, troviamo la realizzazione di enormi antenne, capaci di ricevere dallo spazio, i fasci di luce da convertire in energia sostenibile, unitamente a soluzioni capaci di ovviare alle interferenze derivanti dalle dinamiche gravitazionali o in grado di sopportare i venti solari o addirittura, far resistere i pannelli solari a eventuali piogge di meteoriti.

Nonostante apparentemente possa sembrare un’impresa ardua, i test condotti dalla Cina, fanno presumere che già nel 2035, sarà messa in orbita la prima stazione solare da 10 megawatt che potrà soddisfare, in un primo step, il fabbisogno destinato a una parte civile e a una parte militare.

Trattasi di un vero e proprio progetto ambientale, essendo che le proprie emissioni inquinanti sono in continuo aumento. Infatti, tra i tanti obiettivi ambientali prefissati, come ad esempio ottenere un incremento della copertura boschiva tramite l’inserimento di circa 34 milioni di ettari di foreste, sembrerebbe che la centrale solare spaziale sia considerata dalla Cina stessa, un traguardo indispensabile per contribuire tangibilmente al raggiungimento degli obiettivi climatici prefissati.