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Eccellenze italiane

Un Premio per raccontare l’Italia del merito e del talento – Il suo ideatore Massimo Lucidi: “Restiamo i primi influencer culturali al mondo”

Massimo Lucidi, giornalista ed esperto di comunicazione e marketing internazionale, è anche l’ideatore e l’anima del Premio Eccellenza Italiana che valorizza aziende, imprenditori e prodotti che meritano di essere conosciuti per la propria storia fatta di passione, impegno e ricerca del bello, del buono e del giusto. Green Company Magazine ha voluto approfondire proprio con lui la genesi del premio e il suo significato, insieme a quello di eccellenza italiana.

Come nasce il premio e a chi è rivolto?

“Il Premio nasce ad agosto del 2014 assieme a un gruppo di Amici che condivide la mia idea di fondo: non dobbiamo rassegnarci a un racconto del Paese, del mainstream, limitato a ciò che non funziona, riservato solo agli Amici degli Amici.

Cosa fare? Ideare un Premio che racconti l’Italia del Merito e del Talento, di quello che funziona nel Paese e grazie agli Italians nel mondo, puntando diritto alle storie di Imprese e Professionisti che danno un contributo significativo alle comunità, ai territori in cui vivono. Cerchiamo le storie meno note eppure meritevoli, staniamo persone impegnate a fare Bene e le portiamo ad Esempio, un’attività nata con un’associazione internazionale e adesso confluita nella Fondazione E-Novation.

Un’attività importante che apprezziamo col tempo, grazie al supporto di Google e di Amazon, capace di creare Speranza. Il Premio Eccellenza Italiana vede la luce a Washington DC, capitale del nostro occidente, due mesi dopo, in ottobre, nella settimana che gli USA dedicano a Cristoforo Colombo, nel rinomato Caffè Milano; un luogo iconico questo spazio ideato e guidato da Franco Nuschese, italiano di successo in diversi settori economici ed emblematico esempio di eccellenza che è creatività e unicità.

Il Premio non si è mai fermato: né durante il Covid dove addirittura si è sdoppiato con due Ceremony Awards legate da una diretta televisiva e social, svolte in contemporanea a Washington DC grazie al Comitato USA del Premio e tutti noi a Roma, ospitati nel Palazzo della Santa Sede San Carlo ai Catinari; nè quando nel 2017 si è trovato a fronteggiare i primi movimenti indigenisti, nella distrazione e poi assenza della Niaf che continuava a cambiare date del proprio Gala a DC fissato nel passato proprio in questa settimana. Una data fissa quella del Columbus Day, divenuta festa federale nel 1934 grazie al Presidente Roosevelt e che per me è vissuta sin da ragazzo. Quest’anno torniamo a Washington DC il 14 ottobre per poi festeggiare a Roma nella bella giornata del Thanksgiving il ringraziamento, il prossimo 23 novembre: sono feste inclusive che confermano i legami d’affetto e di cultura tra Italia e Stati Uniti. Bello arrivare alla decima edizione!”

Cos’è per lei l’eccellenza?

“L’eccellenza grazie all’esperienza maturata in questi anni e dalla lezione che ci viene dalle storie che abbiamo raccontato è la ricerca dell’equilibrio in nome della sostenibilità e del ben fatto, della meraviglia e della crescita personale e sociale. In una parola della Bellezza. È la rivincita dei contenuti, dell’essere sull’apparire, del dare più che del prendere.

L’eccellenza è inclusiva, partecipata, rappresenta un carico di Valori che il grande Philippe Daverio definì nel 2015 “unica” e che oggi alla luce di numerosi studi possiamo davvero dire che l’eccellenza italiana rappresenta un modello unico al mondo di sostenibilità che va raccontata perché dà un contributo impareggiabile di Bellezza.”

Imprese e prodotti italiani continuano ad essere riconosciute come eccellenze?

“Restiamo i primi influencer culturali al mondo: lo dicono da tempo e siamo sempre riconfermati dalle classifiche americane di Newsweek sulla percezione. Ma siamo davvero un modello unico di sostenibilità ed eccellenza con le piccole medie imprese italiane capaci di esportare ben più di quelle francesi e tedesche. Il life style dell’Italia e degli Italians piace. Ecco perché dobbiamo lavorare su di noi per migliorare quello che funziona, non solo per denunciare quello che non funziona.

Facendo questo, il Premio esprime uno straordinario carico di Netreputation e Networking capace di alimentare Speranza. E questo scopo nobile ci incoraggia e ci guidava da tempo nel lavoro, tanto che abbiamo parlato di Fairplay nel lavoro, di #gentlementobusiness e adesso puntiamo diritto a rafforzare la Fondazione E-Novation che è nata proprio per promuovere la Cultura della Vita, della Pace.

ECCELLENZA E SOSTENIBILITÀ

Un binomio vincente per le imprese italiane nel mondo – La presidente ACEPER è intervenuta alle Giornate dell’Emigrazione alla Camera dei Deputati

“Eccellenze e sostenibilità: il modello di impresa italiana nel mondo” è il tema affrontato dalla presidente ACEPER Veronica Pitea a Roma, nell’Aula dei Gruppi Parlamentari della Camera dei Deputati, in occasione del suo intervento come relatrice alla XVI edizione della Rassegna “Giornate dell’Emigrazione”, tenutasi il 3 maggio scorso.

La Rassegna, promossa dall’Asmef (Associazione Mezzogiorno Futuro) presieduta da Salvo Iavarone, affiancato da Angelo Sollazzo, presidente di CIM (Confederazione Italiani nel Mondo) e da Massimo Lucidi ideatore del “Premio Eccellenza Italiana”, giunto alla decima edizione e in programma a Washington il prossimo 14 ottobre, ha l’obiettivo di raccogliere e raccontare le esperienze degli italiani all’estero creando al contempo un forte network internazionale proprio legato alle comunità italiane nel mondo.

L’evento si è svolto con il patrocinio del Ministero degli Esteri e, da quest’anno, anche del Ministero della Cultura. L’incontro, aperto dal presidente dell’ASMEF e vice presidente del CIM, Salvo Iavarone, e dall’onorevole Christian Di Sanzo (Pd – Ripartizione Nord e Centro America), ha visto – dopo i messaggi di saluto inviati dal ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano e dal vice presidente del Senato, Maurizio Gasparri – gli interventi da remoto di Anthony Tamburri (CEO del John Calandra Institute), del console italiano a New York, Fabrizio Di Michele, e del direttore di RAI Italia, Fabrizio Ferragni. Sempre sul tema delle Giornate dell’Emigrazione sono anche intervenuti il presidente di Fare Ambiente, Vincenzo Pepe e per l’Università del Sacro Cuore di Milano, Giuseppe Sommario.

La presidente Pitea, prima di addentrarsi su eccellenza e sostenibilità, ha subito voluto sottolineare: “Io sono l’altra parte della medaglia dell’emigrazione, sono arrivata in Italia dalla Romania e quindi capisco molto bene i sentimenti, le difficoltà ma anche le soddisfazioni che prova un emigrato all’estero”. È poi entrata nel merito dell’oggetto della sua relazione, dichiarando tra l’altro: “ACEPER nasce con la volontà di unire tutte quelle imprese che hanno investito nel green o nella sostenibilità e che producono oggi, con la consapevolezza di non dover stare attenti solo alla qualità del prodotto.

Esprimiamo numeri importanti nel settore delle energie rinnovabili, rappresentando 10.000 piccole e medie imprese, monitorando 15.000 impianti di energia rinnovabile, siamo l’associazione di riferimento con un modello organizzativo che punta all’ascolto, assicurando la presenza di un consulente pronto sempre in ogni regione a intervenire, ma riteniamo che il carico di eccellenza raggiunto sia dato dalla somma di tanti imprenditori visionari capaci di tracciare la rotta: sono gli innovatori, capaci con le intuizioni e i fatti concreti, di proiettare la propria azienda in avanti per i prossimi vent’anni”.

Sul tema si è anche soffermato un altro relatore, il segretario generale del Consiglio Italo-Arabo Paolo Patrizio, che nel suo intervento ha delineato il modello dell’impresa italiana nel mondo e messo in luce come le indubbie eccellenze del nostro Paese vengano spesso presentate in maniera disgregata e quindi meno efficace.

Sono poi intervenuti su “Il significato dei musei dell’emigrazione” Paolo Masini presidente della Fondazione Musei dell’Emigrazione Italiana) e Aniello Di Violo (Fondazione ITS BACT – Istituto Tecnico Superiore per Tecnologie Innovative per i Beni e le Attività Culturali e il Turismo) mentre su “L’esperienza dei borghi per il turismo delle radici” la parola è andata a Fiorello Primi, presidente dell’Associazione dei Borghi più Belli d’Italia. Gianni Maria De Vita, consigliere del Maeci (Dgit) – Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale – ha infine fatto il punto sul progetto Turismo delle Radici di cui è responsabile.


Tratto dalla rivista Green Company Magazine (volume 11) – vedi anche tutti i numeri della rivista